Distanti sono i nostri sentieri
eppure aliti appannati, nascosti
nella fitta nebbia del mattino,
mi appaiono vicini. Come fossimo
ancora insieme a passeggiare,
in mezzo a strade deserte,
alle prime luci dell’alba.
Così ti ricordo,
compagna di un tratto della mia vita,
che mi sussulti nel cuore,
nel gemito da lacrime segnato,
rivoli salati che bagnano
le rughe tracciate in un volto adulto.
Ah! Il tempo ti illude
con l’incedere di lancette
che attraversano il cerchio
della vita e si posano
sulle stanche membra.
Avrei dovuto presevarti,
in mezzo a petali di rose
sparse su un candido letto.
Lasciare che la nave
dei sentimenti
ormeggiasse sulle rive
del tuo cuore (cristallo puro),
oracolo di un amore eterno.
Pallida ti salutai, quel volto
di cera nascosto da fitta chioma,
fanciulla magra e rannicchiata,
che l’anoressia consumava
giorno dopo giorno, inseguendo
la morte che tutto acquieta,
se non l’anima mia
che disperata vaga.